Patent foramen ovale in a young patient with breast cancer: a delicate clinical case
mammario: un caso clinico delicato
2 UO Oncologia – Presidio Ospedaliero “F. Veneziale” – Isernia
Azienda Sanitaria Regionale del Molise
Abstract
Il forame ovale pervio (PFO) è una condizione comune nella popolazione sana (circa una persona su tre ne è portatrice, con prevalenza variabile al variare dell’età) dovuta alla persistenza dopo la nascita di una comunicazione fra atrio destro e atrio sinistro del cuore. Questa comunicazione, che non è un vero foro quanto piuttosto un tunnel, è presente in tutti gli esseri umani durante la vita fetale ed è indispensabile alla ossigenazione del sangue fino alla nascita. Dopo pochi giorni o settimane dalla nascita il forame ovale tende spontaneamente a chiudersi. Tuttavia, questo processo di chiusura può risultare incompleto in una percentuale elevata di persone. L’eventuale persistenza del forame ovale pervio non ha conseguenze sul normale funzionamento del cuore e non è da considerare di per sé una cardiopatia. La sua importanza in medicina deriva principalmente dalla possibilità che in alcuni pazienti essa può rappresentare la causa di un ictus cerebrale ischemico attraverso un fenomeno raro chiamato embolia paradossa (passaggio di un piccolo trombo dalla circolazione venosa a quella arteriosa attraverso la comunicazione fra i due atri). La chiusura di un forame ovale pervio (PFO) in pazienti dopo ictus criptogeno/cardioembolico è raccomandata dalle attuali linee guida per i pazienti di età compresa tra 16 e 60 anni con un PFO ad alto rischio (classe di raccomandazione A, livello di evidenza I). In questo caso clinico presentiamo una giovane paziente con carcinoma mammario e forame ovale pervio in attesa di trattamento neoadiuvante a base di antracicline e taxani, con elevato rischio di TEV e di cardiotossicità.
Parole chiave: Forame ovale pervio; Ictus criptogeno; Carcinoma mammario; Tromboembolismo venoso; Cardiotossicità.
Abstract
Patent foramen ovale (PFO) is a common condition in the healthy population (about one in three people carry it, with a prevalence varying with age) due to the persistence after birth of a communication between the right atrium and the left atrium of the heart. This communication, which is not a real hole but rather a tunnel, is present in all human beings during fetal life and is essential for the oxygenation of the blood until birth. After a few days or weeks from birth, the foramen ovale spontaneously tends to close. However, this closure process can be incomplete in a high percentage of people. Any persistence of the PFO has no consequences on the normal functioning of the heart and is not to be considered a heart disease in itself. Its importance in medicine derives mainly from the possibility that in some patients it can represent the cause of an ischemic cerebral stroke through a rare phenomenon called paradoxical embolism (passage of a small blood clot from the venous circulation to the arterial one through the communication between the two. atria). Closure of a PFO in patients after cryptogenic/cardioembolic stroke is recommended by current guidelines for patients who are 16-60 years of age with a high-risk PFO (class of recommendation A, level of evidence I). In this clinical case we present a young patient with breast cancer and patent foramen ovale awaiting neoadjuvant anthracyclines and taxanes based chemotherapy, with VTE and cardiotoxicity high risk.
Key words: Patent foramen ovale; Cryptogenic stroke; Breast cancer; Venous thromboembolism; Cardiotoxicity.