Sudden Death Risk in Dilated Cardiomyopathy
2 Cardiologia 2 – Azienda Ospedaliera Univeritaria Pisana
Abstract
I risultati derivanti dai recenti trial suggeriscono che la stratificazione del rischio di morte improvvisa nella cardiomiopatia dilatativa non è sufficientemente accurata. Negli ultimi decenni l’indicazione all’impianto in prevenzione primaria di un defibrillatore è stata basata prevalentemente sul valore della frazione d’eiezione del ventricolo sinistro e sulla classe NYHA del paziente. Tuttavia, la presenza di altri markers potrebbe migliorare la stima del rischio aritmico. Fra questi, la presenza di fibrosi endomiocardica sembra essere associata ad un aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa. Al momento, tuttavia, non ci sono ancora valutazioni prospettiche di questi markers in grado di poter cambiare le attuali linee guida e la nostra pratica clinica.
Parole chiave: Cardiomiopatia dilatativa; Morte improvvisa; ICD.
Abstract
Results from recent trials suggest that the stratification of sudden death risk in dilated cardiomyopathy is not accurate. In the last decades the indication for primary prevention with ICD was only based on the value of left ventricular ejection fraction and on the NYHA class of the patient. However, recent findings show that other markers could improve the estimation of the arrhythmic risk of these patients. In particular, the presence of myocardial fibrosis is associated with a high risk of sudden cardiac death. At the present time, however, there are not prospective evaluations of these markers able to change the current guidelines and our medical practice.
Key words: Dilated ardiomyopathy; Sudden death; ICD.