Absolute risk, relative risk, and lipid lowering therapy with statins


Rischio assoluto, rischio relativo e terapia ipocolesterolemizzante con statine
Roberto Pedrinelli; Giulia Dell’Omo
Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica, Cardiologia Universitaria 1 AOUP, Università di Pisa

Abstract

La stima del rischio cardiovascolare assoluto (solitamente definito come la probabilità di morte, infarto miocardico ed ictus non fatali nel corso dei 10 anni successivi) e dei suoi indicatori (riduzione assoluta del rischio e del suo reciproco NNT, Number Needed to Treat) costituiscono, insieme alla valutazione del rischio relativo, parametri fondamentali nell’ambito della prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria. Il principio di base della medicina “orientata al rischio” prevede, infatti, l’esistenza di una stretta associazione fra entità del rischio assoluto di base e la riduzione del numero di eventi ottenuta da un trattamento terapeutico. In altri termini, il numero assoluto di casi risparmiati da una terapia efficace sarà tanto maggiore quanto più elevato è il rischio assoluto della popolazione in studio a parità di riduzione del rischio relativo. Il postulato, confermato dai risultati ottenuti da numerosi trials clinici di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria con statine, offre un criterio per individuare i pazienti che più beneficeranno da un trattamento aggressivo dei livelli di colesterolo LDL oltre che migliorare l’efficienza terapeutica intesa come rapporto tra risultati e risorse impiegate per ottenerli. Limite della strategia è la sua focalizzazione prevalente sul rischio misurato su intervalli di tempo relativamente brevi trascurando i potenziali benefici ricavabili dalla normalizzazione prolungata di fattori di rischio il cui effetto lesivo si manifesta su orizzonti temporali molto più lunghi.

Parole chiave: Rischio assoluto; Rischio relativo; Prevenzione cardiovascolare; Statine.

Abstract

Absolute cardiovascular risk (the likelihood of coronary death, non fatal myocardial infarction and stroke over the following 10 yrs), absolute risk reduction and its derived parameter Number Needed to Treat (NNT), constitute, along with relative risk evaluation, the main metrics of “risk-oriented” preventive strategies. “Risk-oriented” medicine, in fact, assumes the existence of a positive association between baseline absolute risk and the number of events prevented by an effective therapeutic intervention. According to that paradigm, confirmed by several randomized clinical trials with statins, patients at higher risk are likely to draw more benefit from “aggressive” treatment of circulating LDL cholesterol. Limitation of that strategy is focalization on short-term estimates of risk that may grossly underestimate the impact of therapeutic interventions on risk factors acting over much longer time intervals.

Key words: Absolute risk; Relative risk; Cardiovascular prevention; Statins.


 

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