Polyunsaturated fatty acids: a useful tool in cardiac therapy and in depressive syndrome after myocardial infarction


Acidi grassi polinsaturi: un valido presidio nella terapia cardiologica e nella sindrome depressiva del post-infarto
Sergio Ferraro, Lorenzo Costanzo, Candida Silvestri
Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Presidi Ospedalieri C.T.O. e Cotugno, A.O: dei Colli Monaldi Cotugno CTO

Abstract

Gli omega-3 sono una categoria di acidi grassi polinsaturi, reperibili in diversi alimenti di origine animale, vegetale e marina, in particolar modo nel pesce.
È stato dimostrato che un’alimentazione ricca di omega-3 può risultare importante nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie, quali ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete e infine depressione. A partire dagli anni novanta, infatti, numerose evidenze scientifiche hanno mostrato una correlazione tra sintomi depressivi e bassi livelli di omega-3 nella dieta e\o nel sangue dei pazienti. Ansia e depressione possono essere coinvolte nella genesi o possono rappresentare una sequela dell’infarto miocardico e delle sindromi coronariche. Da una revisione della letteratura, analizzando l’associazione tra ansia, depressione e infarto del miocardio, è stata evidenziata la presenza di depressione tra il 31 ed il 45% dei pazienti coronaropatici ed è stato riportato che la depressione dopo infarto aumentava il rischio di recidive da 2 a 4 volte e prediceva la morte cardiovascolare. Inoltre, è stato dimostrato come la presenza nel sangue di bassi livelli di omega-3 fosse significativamente correlata con i sintomi depressivi post-infarto.
Pertanto i cardiologi non possono esimersi da un approccio terapeutico e riabilitativo che comprenda, oltre alla terapia farmacologica, un adeguato sostegno psicologico e una supplementazione di omega-3.

Parole chiave: Acidi grassi polinsaturi; Depressione; Ansia; Cardiopatia ischemica.

Abstract

The omega-3 polyunsaturated fatty acids are available in different foods of animal and vegetable origin and, particularly, in the fish. It was demonstrated that a diet rich in omega-3 may be important in the prevention and treatment of numerous disorders,
such as hypertension, cardiovascular diseases, diabetes and finally depression. A large number of scientific evidences, since the nineties, has shown a correlation between depressive symptoms and low levels of omega 3 in the diet and in the blood of the patients. Anxiety and depression may be involved in the genesis or may represent a consequence of myocardial infarction and other coronary syndromes. A major review of the literature, analyzing the association between anxiety, depression and myocardial infarction, outlined an high incidence of depression in 31 to 45% of patients with coronary artery disease. Moreover, post-infarct depression increased the risk of myocardial infarction recurrence by 2 to 4 times and predicted cardiovascular death. It has been demonstrated that low levels of omega-3 in the blood were significantly correlated with depressive symptoms after infarction.
Therefore, cardiologists who take care of patients after myocardial infarction, should include in the therapeutic and rehabilitative program also an adequate psychological support and a supplementary addition of omega-3.

Key words: Polyunsaturated fatty acids; Depression; Anxiety; Ischemic heart disease.


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